La Torre Sabauda

La torre sabauda

La torre di Calasetta fu costruita tra il mese di marzo 1756 ed il mese di giugno 1757, in piena epoca sabauda prima della fondazione di Calasetta (1770).

Nel piano regolatore realizzato dell’Ingegner Pietro Belly (1770) si specifica che trattasi della pianta del villaggio da edificare nell’isola di Sant’Antioco in prossimità della Torre di Cala di seta.

Per la costruzione della torre furono impiegati materiali presenti sul posto (pietre e sabbia); la calce fu fatta portare da Porto Paglia.

Da altre località vicine (probabilmente zona di Matzaccara o isola di San Pietro) furono prelevate e trasportate sul posto pietre più leggere della locale trachite, da utilizzare per la volta.

Poiché gli uomini assunti nella stessa isola di Sant’Antioco non sarebbero stati sufficienti, né sarebbe stato opportuno distoglierne altri dai lavori agricoli, furono assunti operai disoccupati di Carloforte.

La direzione dei lavori fu affidata ad un certo Ingegner Solerj, che probabilmente ne eseguì anche il progetto.

Di forma tronco-conica, ripete in generale lo schema delle numerosissime torri che si trovano a intervalli più o meno regolari lungo i litorali delle coste sarde. Presenta alla base un diametro di circa m. 9 e un’altezza di circa m. 12; lo spessore dei muri perimetrali varia da m. 070 in alto, a m. 2.80 in basso.

L’ingresso originario è situato a circa m. 5 dal suolo.

L’interno, arieggiato e illuminato da feritoie (oggi ne rimane una, le altre sono state trasformate in vere e proprie finestre), risulta suddiviso in tre vani: un ampio ingresso semicircolare, che comunica con due locali retrostanti ampi la metà del precedente.

Una scala in muratura, ricavata all’interno dello spessore della parete, consente l’accesso alla terrazza (piazza d’armi).

Una cornice (tondino) realizzata con pietra diversa dalla trachite per meglio evidenziarla, oggi in parte distrutta costituisce all’esterno l’unico elemento decorativo.

L’accesso alla torre era consentito da una sorte di ponte levatoio che veniva manovrato dall’interno.

Lo scopo della torre di “Cala di Seta”, così come quella di Portoscuso più antica, era il controllo del Canale di san Pietro, per la difesa dagli attacchi dei pirati barbareschi delle tonnare, della città di Carloforte e, più tardi, dell’abitato e della popolazione di Calasetta.

Dalle relazioni stese in occasione delle ispezioni cui erano periodicamente sottoposte le torri del Regno di Sardegna, sappiamo che nella torre prestava servizio un Alcaide (comandante della torre) ai cui ordini erano, in periodi diversi, dai tre ai sedici soldati.

La torre era dotata di armi e munizioni, compresi due cannoni di ferro calibro 8.

Nel 1875 il Comune di Calasetta acquisto la torre e il terreno demaniale circostante.

Durante la prima e la seconda guerra mondiale l’edificio fu più volte restaurato. Un ultimo accurato restauro, realizzato all’inizio degli anni ottanta, ha messo in luce il piano terra, in origine colmato di sabbia e di detriti.

L’ambiente ha per pavimento il naturale piano della roccia, dal quale si innalza un pilastro centrale che dà origine a tre maestose arcate. Addossata alla parete laterale, la cisterna dell’acqua piovana, la cui imboccatura si trova al piano superiore.

Un’apertura artificiale consente di entrare in questo ambiente dall’esterno.

Già edificio militare e in tempi più recenti ristorante, il piano terra della torre è attualmente sede di un museo archeologico gestito dalla fondazione Macc, la stessa che si occupa del museo di arte contemporanea di Calasetta. La sala al piano superiore viene utilizzata per cerimonie e esposizioni temporanee.

Muta testimone di tutte le vicende tristi e liete dei calasettani sin dalle origini è considerata il simbolo del paese e per questa ragione è rappresentata nel gonfalone del Comune.